GIUSEPPE VALENTI

GIUSEPPE VALENTI

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BAHÁ‘í

I templi bahá’í
I templi bahá’í

IL NOSTRO TEATRO

..."Il nostro teatro, ...

Quando Abdu’l-Bahá era a Londra, nel 1913, tra i suoi tanti visitatori c'era un'attrice che gli parlava del teatro e del suo lavoro. "Abbiamo anche noi un teatro", disse Abdu’l-Bahá. L'attrice è diventata immediatamente molto interessata e pieno d'entusiasmo. "Sì, dov'è?" lei disse. "Mi piacerebbe vederlo. Posso recitare in esso?"

"Il nostro teatro", rispose Abdu’l-Bahá sorridendo, "è costruito in un paese dove c'è l'eterna primavera. Le strade di quella città sono pulite come la superficie di uno specchio. Le luci di quel teatro sono i raggi del Sole della Realtà, gli attori del nostro dramma sono le Sante Manifestazioni di Dio, il pubblico è composto da anime pure e sante, recitano le loro parti con l'arte delicatissima, pronunciano le loro parole con forza e potenza. il teatro è l'arena su cui si svolge la tragedia più sublime, il dramma più terribile, gli eventi più emozionanti e commoventi della vita.

"Vieni e unisciti alla nostra compagnia. Hai recitato tutta la tua vita sul palcoscenico materiale. Ora vieni e recita su questo palcoscenico celeste. I tuoi colleghi attori ti assisteranno, ti istruiranno nella tua parte e, passo dopo passo, diventerai una stella che brillerà nella galassia di quei drammaturghi d'ispirazione celeste".

(Traduzione non ufficiale

--Baha'i magazine “Star of the West”,..."Our theatre, ...)

LA RICERCA

La ricerca dello scopo della vita, le domande non risposte, il perché di tante Religioni e filosofie, la via verso la felicità ed altro ancora mi spinsero ad una continua ricerca passando da diversi pensieri e denominazioni.

Come raccontai finite le medie volli entrare in Seminario nel collegio dei Padri Redentoristi a Scifelli in provincia di Frosinone. Il percorso sembrava finito, ma altre vie si aprivano. Lasciai il collegio per intraprendere una via laicale e fare apostolato nel mondo del lavoro. Poi fui chiamato al servizio militare. Lí entrai in contatto con le Assemblee di Dio e frequentai le loro riunioni e fui ospite molte volte in casa del Pastore. Studio e domande, ma il percorso non doveva finire lí. Nel frattempo tante letture fatte soprattutto presso la Biblioteca di Udine su testi spirituali, spaziando dallo yoga, all’induismo, al buddismo e a diversi pensieri orientali.

La ricerca continuò rientrato a casa e nei saltuari lavori. Diventai simpatizzante buddista, frequentai gli Hare Krisna, conobbi i Mormoni, gli Avventisti e i Testimoni di Geova. Domande, impressioni, ma non risposte e certezze. 

Abbandonai questa ricerca verso queste forme dì religiosità e mi concentrai sul lavoro e sui problemi sociali entrando in un sindacato e poi in un partito.

Le insoddisfazioni crescevano, anche se alcune mete mi parevano raggiunte. Stanco di molte cose e incerto sul futuro ecco uno spiraglio. Un libro che parlava in generale di religioni mi presentò una nuova Fede: Bahà’ì. Lèssi molte volte quell’articolo, ma i miei pregiudizi erano molti date le esperienze del passato. Dopo due anni di assoluta dimenticanza lessi un articolo su un giornale romano che presentava la Fede Bahà’ì. 

Questa è stata la svolta della mia vita. Deciso a incontrare  dei credenti e a frequentare il Centro a Roma.

Frequentai il Centro, ma anche casa Morisco. Persone in quel periodo oltre Guido e Paolo Morisco ed Emanuele, c‘erano Farad e Manuela, Adriana e molti di passaggio al Centro di Roma.

Il 18 maggio 1975 la rinascita. Mi dichiaro credente Bahà’ì. Da lí un lungo percorso fatto di lavoro, viaggi, attività, conoscenze , studi ed anche di alti e bassi come è il corso naturale della vita, ma consapevole che sto percorrendo una salita alla conoscenza di me stesso e del mondo. 

VITA BAHÀ’Ì

1975

Partecipai alla mia prima esperienza con gruppi di giovani Bahà’ì ad un Simposio che di teneva a Vallombrosa vicino Firenze. Lezioni tenute da Annalise Bopp. Li feci conoscere le mie doti artistiche per la prima volta in questo ambito. Nello stesso anno andai per attività a Perugia e Salerno.

1976

Grandi sorprese e grandi raduni, almeno per me. La Convenzione Nazionale a Roma, la Conferenza Internazionale a Parigi dove mi esibii all‘Hotel Mediterreané davanti a più di mille persone venute da tutta Europa anzi da diverse parti del mondo. Poi la Scuola Estiva, la mia prima scuola estiva a Riva dei Tarquini ed infine come lettore alla Conferenza del Professor Alessandro Bausani al palazzetto Venezia a Roma.

1977

Anno fatidico. Decisi di andare in pellegrinaggio ai Luoghi Santi Bahà‘i in Israele. A febbraio per la prima volta presi un aereo e m‘imbarcai non parlando altro che l’italiano. Il mio primo pellegrinaggio divenne indimenticabile. Stare in questi Luoghi Santi, sentire le storie, pregare, piangere ed essere insieme ad un gruppo di amici che provenivano da diversi Paesi del mondo. Anche se presi una bella dissenteria e ne avrei altre da raccontare, fu un‘esperienza unica ed indimenticabile. Mi aiutò molto la presenza di Manuela anche lei in pellegrinaggio dall‘Italia. Quando stavo male una signora ebrea che parlava italiano mi aiutò in farmacia. E poi l‘aiuto definitivo che mi guarì del Dottor Ruhe, membro della Casa Universale di Giustizia.

Altro evento importantissimo in quel pellegrinaggio. Alla casa del pellegrino feci un piccolo spettacolino per i pellegrini che si affollarono. Il Dottor Furutan, Mano della Causa, incuriosito si avvicinò e dopo mi disse se facevo questo per professione. No, risposi. Allora mi disse “devi farlo come professione”. Ritornato a Roma decisi d‘iscrivermi nell‘Accademia d’arte Drammatica per studiare come attore.

Appena ritornato in marzo partecipai al Capodanno a San Zeno di montagna; poi un attività nella città dell‘Aquila e poi la Scuola Estiva a Giulianova.

1978

Ancora un capodanno a San Zeno di montagna; poi la Convenzione Nazionale a Roma e la Scuola Estiva a Torre Pedrera ed infine un viaggio d‘insegnamento con Roberto Erriquez e Silvana Bencivenga all‘isola di Malta. Feci un intervento ad un programma televisivo, scrissero un articolo su un giornale e mi presi anche l‘insolazione. Poi ritornai per un mese a Malta a vivere nel Centro Bahà‘i e fare qualche attività.

1979-1980

Non posso descrivere tutte le attivitä, i progressi spirituali, le conoscenze ed altro. Accennerò a quelle cose che rimangono più a lungo nei ricordi come un attività a Roma nel 1979 ed il secondo pellegrinaggio ad Haifa ed Akka a marzo del 1980. Ogni pellegrinaggio fu importante. Questo mi diede la possibilità e l’onore di cenare nella casa del Maestro con Amatul Bahà. Ed ancora chiesi in pellegrinaggio pregando alla tomba di Bahà’u’llàh di trovarmi una moglie, Passò un anno ed incontrai Marianne.

Ed ecco altre attività: il Simposio dei Giovani a Chianciano, la Convenzione a Roma e la scuola estiva a Taverne. Si ormai il contatto con il Ticino era stabilito e il legame era sempre più stretto. In quella Scuola era presente il Dottor Giachery, Mano della Causa, che aveva da poco perso la moglie Angeline. Io feci uno spettacolino e il Dottor Giachery rise; poi mi disse “Cosa mi ha fatto”. Ebbi ancora modo d’incontrario in futuro.

1981

Da ricordare Il Film documentario girato da una Casa Produttrice Canadese sui Bahà‘i a cui partecipai come uno degli interpreti. Ed ancora la Scuola Estiva a Bellaria.

1982

Anno fatidico. Oltre al Capodanno a Garda, c‘è un evento importantissimo il mio matrimonio e il trasferimento in Ticino: prima a Locarno per qualche mese e poi definitivamente a Lugano.

Al mio matrimonio arrivarono molte felicitazioni. La più bella fu una lettera del Dottor Giachery con l’immagine di due uccellini con scritto “amore”. In seguito feci un viaggio con Marianne e la Signora Leni Kappemberger a Montecarlo per trovare il Dottor Giachery. Mi accolse facendo il verso della scimmietta; poi disse che stava leggendo un libro interessantissimo che parlava di tutte quelle persone occidentali che avevano avuto un contatto con la Fede nel secolo decimo nono. Poi mostrò alcune foto. Due di queste erano in mostra su una mensola. Uno era Zamenof, l’inventore dell’esperanto e l’altro era Chopin. Disse “Il mio Chopin”. Restammo a pranzo. Mise le signore al tavolo e mi portò ad aiutarlo in cucina. Fece il pollo all’hawaiana. Mi colpirono molto i modi rispettosi ed educati da gran signore. Nel pomeriggio andammo al cimitero a pregare sulla tomba di Angeline.

Le attività in seno alla Comunità Bahà’ì sono state tante e diversificate: lavorare nell‘âmministrazione, nell‘insegnamento, i viaggi ed altro. A Roma servii presto nell‘Assemblea come segretario; lavoro che poi continuai dal 1983 nell‘Assemblea di Lugano. Assistente di James Holmlund per la protezione della Fede. Lavori in vari Comitati: Scuola Estiva, Archivi, ed anche in Ticino per il „Bahà‘i Magazine“ e per la Stampa.

Devo menzionare anche tutti i corsi che mi hanno approfondito ed aiutato nella comprensione della Fede fatti prima nelle Scuole Estive, poi in gruppi locali ed infine al Centro Studi Bahà’i di Acuto. Come anche i Corsi Ruhì o il Corso Abdul Fadl.

Per ultimo menziono i viaggi e le esperienze. Viaggi che feci sia per lavoro che per la Fede.

Nel 1991 vinsi un viaggio in Malesia dove incontrai tanti amici Bahà’ì diversi: malesi, indiani, cinesi e Orang Asli. Nella scuola dove partecipai parlavano cinque lingue. La lingua degli Orang Asli, il malese, l’hindi, il cinese e l’inglese. Poi nel 1992 viaggio negli Stati Uniti prima al tempio di Wilmette poi in Florida ed infine a New York al 2° Congresso Mondiale Bahà‘i dove rappresentai la Svizzera nel Corteo delle Nazioni.

Nel 1993 viaggio a San Pietroburgo per un Festival di teatro. Partecipai anche ad una festa del 19° giorno un un giardino botanico con amici bahà‘i russi; con alcuni potei parlare usando la lingua esperanto.

Altri viaggi in Croazia, Spagna, Grecia, Germania, per lavoro e per attività della Fede.

Il 3° pellegrinaggio nel 1987 insieme a Marianne ed ancora una visita di tre giorni in Terra Santa dopo una Scuola estiva a Cipro.

Non posso elencare tutti i viaggi, ma sono numerosi sia in Svizzera che in Italia a Conferenze, Convegni, attività, studi ecc.

Dott. Ugo Giachery
Dott. Ugo Giachery

INCONTRI COL DOTT.UGO GHIACERY

Vidi i Signori Giaghery per la prima volta al centro Nazionale  in via Stoppani 10 a Roma, dove erano in visita. Si svolgeva una Festa del 19° giorno e vi fu la dichiarazione alla Fede dei Signori Schemmari che ricevettero una particolare attenzione da parte dei Signori Giachery.

Ebbi modo, poi di seguire , come ogni altro amico baha'i, il Dottor Giachery, Mano della Causa di Dio, alle Scuole estive e a San Zeno.

Nel 1979-80 ero membro del Comitato Archivi e Biblioteca e feci la catalogazione dei libri contenuti nella vetrinata nella piccola stanza di fronte all'ufficio della segreteria nazionale. Mi accorsi di mancare di diverse informazioni ed allora ingenuamente scrissi al Dott. Giachery per avere delle delucidazioni. In data 12 marzo 1980 mi scrisse in risposta con tutte le informazioni ed altro.

Nel 1980 partecipai alla Scuola estiva svizzera che si svolgeva in Ticino al Centro Quadri a Taverne dove il Dott. Giachery era stato invitato. Era da poco tempo (circa un anno) che la Signora Angeline era trapassata, ed io fui invitato dagli amici ad esibirmi in alcune parodie. I partecipanti si divertirono molto ed anche il Dott. Giachery fu contagiato dallo spirito d'allegria e di risa. Poi rivoltosi a me benevolmente mi disse: "Che cosa mi ha fatto", intendendo di averlo distolto per un attimo dalla tristezza che lo aveva recentemente colpito. I giorni seguenti, vedendomi, ripeteva questa frase: "Che cosa mi ha fatto". Era la prima volta che assisteva ad una mia esibizione; poi ha avuto modo in alcune scuole in Italia e all'Estero di vedermi ancora.

Quando nel 1982 io e Marianne decidemmo di sposarci, mandammo un nostro invito di partecipazione di nozze al Dott. Giachery. Ci arrivò il 19 agosto 1982 una prima letterina. Poi con nostra sorpresa arrivò una seconda lettera datata 24 agosto 1982, giorno delle nostre nozze. Quello che ci fece gioire era l'amore con cui questa lettera era stata scritta e che per noi è il ricordo pie bello, eternamente conservata nel nostro album di nozze. Nella lettera c'erano due uccellini che dicevano "amore". Per ringraziare mandammo una nostra foto di nozze con i nostri ringraziamenti; così ci pervenne il 28 novembre 1982 una terza letterina di ringraziamento. In viaggio di nozze ci fermammo alla Scuola a Mantova e così incontrammo ancora il Dott.Giachery.

Marianne ricevette nel 1982 circa, una lettera del Dott. Giachery dove ci chiedeva la cortesia di far riparare il suo orologio a cui teneva tantissimo. La marca era un "Tissot", che riteneva essere la marca migliore e voleva ripararlo anche se era vecchio. Marianne ricorda i essersene interessata a di averlo portato a riparare e poi rispedito.

Alla fine del 1985, io, Marianne e la Signora Leni Kappemberger decidemmo di fare una visita al Dott. Giachery a Montecarlo. Arrivammo in treno e dopo aver telefonato veniamo calorosamente accolti a casa del Dott.Giachery. Ci fece sedere in salotto; ci mostrò il tavolo vicino alla finestra dove erano ammucchiati dei plichi di lettere e carte e disse che non riusciva a trovare il tempo per rispondere a tutti e che avrebbe avuto bisogno d'una persona che lo aiutasse per scrivere. Uno dei problemi era anche la vista. Poi s'informò sugli amici del Ticino e sulle attività. Ci mostrò anche dei libri che stava leggendo; soprattutto il libro sulla storia della Mano della Causa di Dio, George Townshend. Poi ci mostrò sulla scrivania alcune foto: 1) di Angeline; 2) la nostra foto del matrimonio anch'essa in bella vista; 3) la foto della Mano della Causa di Dio, Signor Valiyu'llah Varqà, anzi ci chiese se conoscevamo la persona; 4) la foto di Ludovico Zamenhof , l'inventore dell'esperanto ed infine la foto di Fryderyk Chopin aggiungendo "Questo è il mio amato Chopin". La Signora Leni nominò una famiglia che abitava bahai che abitava a Montecarlo e che aveva intenzione di andare a trovarli. Il dott. Giachery si abbuiò e parlò della difficile situazione del momento a Montecarlo; poi s'interessò alla nostra situazione e dai suoi discorsi scorgemmo l'idea di farci venire a Montecarlo a rafforzare la Comunità. Poi ci disse se desideravamo pregare alla tomba di Angeline; e dopo la nostra risposta affermativa; il Dott. Giachery telefonò a Paul Hakim, fratello del famoso medico martire in Iran, per chiedergli se poteva accompagnarci sul luogo in auto. Poco dopo percorsa la città in auto, ci trovammo alla tomba di Angeline. Il Dott. Giachery sistemò alcuni fiori e poi recitammo alcune preghiere. Disse che era un posto molto bello poiché si volgeva verso il mare ed anche in direzione di Bahai. Ritornammo alla sua casa e volle che fossimo ospiti per la cena. Il Dott. Giachery ci espose il piano per lacuna. Le donne potevano disporre la tavola, mentre la cucina era riservata a lui ed a me che fungevo da assistente cuoco. Preparò un piatto tipico hawaiano: pollo con mele e banane. Mentre sbucciavo le mele mi domandava della mia vita insieme a Marianne ed anche del lavoro ed altre cose. Mi disse che era importantissimo mantenere l'unità fra i coniugi e che la moglie doveva essere trattata come una regina. Apprezzò le qualità di Marianne e mi augurò buon proseguimento. Poi cenammo. Volle che la Signora Leni stesse alla sua sinistra mentre Marianne ed io alla sua destra come comanda il galateo. L'indomani pomeriggio vedemmo ancora il Dott. Giachery che ci portò a passeggiare sul lungomare. Strada facendo ci parlava di Montecarlo e del suo materialismo. In serata andammo con il Dott. Giachery a mangiare in un ristorante indiano.

Nel novembre del 1986 andai alla Scuola Invernale in Spagna, invitato da Sorab Youssefian a partecipare e ad intrattenere gli amici con una esibizione. Andai in auto con Payam Peyman e le due figlie maggiori di Sorab. Al ritorno ci fermammo a Montecarlo ed io telefonai al Dott. giachery per chiedergli se potevamo andarlo a trovare. Al telefono dissi: "Si ricorda di me?" Egli mi rispose "Certo, non dimentico gli amici". Arrivati alla porta della sua abitazione aprì e mi accolse facendo l'imitazione della scimmia e abbracciandomi ad indicare che sapeva benissimo chi fossi. Passammo alcune ore in conversazione. Parlò soprattutto dei giovani e del loro ruolo e poi lo salutammo. Mi ricordo che parlÒ dell'importanza delle traduzioni. Accennava al libro "Dio passa nel mondo" e non capiva perché gli avevano dato quel titolo che non corrispondeva del tutto a quello inglese. E disse anche che i giovani dovevano adoperare un linguaggio più ricco.

Nell'agosto 1988 un non bahai, nostro amico, dette una conferenza sulle piante medicinali. Io feci un articolo che il Dott. Giachery lesse sulla "Rivista Bahai" e mi spedì una lettera nella quale mi chiedeva d'interessarsi ad un rimedio fitoterapia contro la gotta, che il Re di Samoa soffriva. Invia tutte le informazioni.